mercoledì 28 agosto 2013

in the mirror




 (Foto Martha Micali)



Il cielo incastrato nello specchio, le nuvole veloci, come tutti i suoi giorni. Istanti d'infinito riflessi sulle mani.

C'è una storia scritta sulla mia pelle, incisa nel palmo, un solco leggero.

Sono nata una mattina d'inizio autunno, le foglie dorate, non facevano rumore mentre morivano.
Io piangevo tra le braccia di mia madre, lei aveva una lacrima verde vicino all'occhio sinistro, resina. Lei, grande quercia, respirava piano e io non avevo paura.

Ho calpestato l'erba con i miei piccoli piedi nudi, mio padre sorrideva, in controluce il suo corpo, alto, nero come le foreste. - Brava Sabine, brava piccola mia -

La pioggia ad agosto, gli acquazzoni della mia adolescenza. Il mio corpo come una pianta giovane e inesperta alla ricerca del sole. Dove sei?
Ti ho cercato nella città, nei negozi bianchi, accecati da una luce troppo forte, ti ho cercato nelle vie deserte e immobili. Le statue tacevano, enormi e altere.

Infine un inverno ti ho trovato. Eri diverso da tutti, eri l'acqua del ruscello in piena, eri il sole crudele a mezzogiorno, spietato nella tua forza e nel tuo bagliore.

Annegai con te mille volte. Tu vedevi in me la quiete dell'alba, io vedevo l'orrore esaltante del precipizio. Ci facemmo del male ripetutamente. Il mio corpo conserva le tracce del tuo disprezzo. E poi l'incidente. In un istante la mia vita capovolta, io sono un frammento di me.

 Foto Martha Micali



Un giorno scoprirò il segreto dello specchio, vedrò i corridoi nascosti e le scale, in penombra dentro il vetro. Vedrò la via, il varco impossibile e allora capirò.

Sabine allo specchio raccontava le sue storie bugiarde, le sue gambe ferme per sempre dopo la caduta, dopo lo schianto. Eppure a volte le sembrava di poter ancora sentire la terra sotto di lei, sotto i suoi piedi. Le sembrava di poter ancora correre, come una pazza felice, per le strade sconvolte dal sole. E se si concentrava sul serio ci riusciva. Era lì, il cielo devastato dal vento, lei apriva le braccia. Sapeva volare.



2 commenti:

  1. grazie alice dei tuoi racconti, coinvolgenti e sognanti

    RispondiElimina

  2. Grazie a te Marco, per il tuo commento... Mi fa bene pensare di regalare un'emozione. Ho ancora tanto da imparare e ho così poco tempo per farlo! ma gli incoraggiamenti non mi fanno abbandonare l'impresa ;)

    RispondiElimina