venerdì 20 marzo 2015

La morte del libro

Pubblichi quindi esisti.
Pubblichi e il tuo ego cresce e si autoalimenta.

Non pubblichi, quindi non ci sei.
Non pubblichi, eppure le tue storie vivono in te,
i tuoi personaggi combattono le loro battaglie,
dentro parole luminose
e pause dense di ombre.

Ma per gli altri non ci sei.
Non sei stato abbastanza bravo,
non hai saputo vendere i tuoi sogni,
puoi anche tacere,
grazie
e arrivederci.

L'editore, in fondo,
ha sempre ragione
e il lettore non legge più.

Il libro è morto?
Amici, parenti, compagni di avventure,
voi lo sapete?

Certo che no, mi direte.
Il libro esiste,
il libro resiste.

Eppure quante storie profonde e magiche sono state scartate,
giudicate mediocri,
e quante pagine mediocri
sono state pubblicate.

I posteri parleranno di noi?
Per cosa ricorderemo questi anni?
Per le epopee popolari,
per le trilogie sessuali.

Mi dispiace signori,
ma io, allora, preferisco dimenticare.



venerdì 13 marzo 2015

Broken dreams

Aiutaci, Signore dei vagabondi e dei destini infranti,
a ribellarci alle ingiustizie,
aiutaci a essere forti, 
a non cedere alla tentazione dell'inerzia.
A guardare in alto, tenendo il busto eretto, 
lo sguardo fisso verso la meta.
Aiutaci ad essere degli eroi, 
perché siamo stanchi di questa inettitudine.
Siamo stanchi di questa mediocrità, 

Noi non vogliamo più essere usati, 
non vogliamo più far parte del pubblico, 
non siamo più spettatori, 
ma siamo uomini e donne.
Aiutaci a ritrovare la forza e la fiducia, 
per andare avanti, 
contro le correnti avverse, 
contro le piccole malignità,
ignorando i disfattisti, 
uniti perché perdenti, 
uniti perché disperati.

Se gridare non serve più, 
se non serve più parlare, 
allora canteremo, 
camminando, 
pazzi e lieti, 
verso la collina.












sabato 7 marzo 2015

Dissero che tutto sarebbe finito

Dissero che la nostra storia sarebbe finita presto, dissero che era un fuoco fugace, veloce come la scia di una meteora.
Dissero che tu te ne saresti andato, da mille altre donne più belle di me.
Dissero che io ero strana, sorridevo troppo e forse ero vagamente idiota.
Dissero che le mie poesie erano incomprensibili, le mie storie avevano come protagonisti personaggi disadattati, come me.
Dissero che ero una sbandata, che ero cresciuta con i sovversivi, gli estremisti, i drogati. 
Tu eri troppo seducente, io troppo sbagliata.
Ma noi sfidammo le convenzioni del mondo. 
Tutti, oggi, devono tradire, tutti, oggi, devono infrangere le regole dei nostri avi. E' una ribellione stanca che è diventata consuetudine.
Ancora insieme, io e te. Con tutte le nostre debolezze, io e te. Giovani, vecchi, antichi, camminiamo sotto al cielo percorso da brividi. 
Saltiamo le pozzanghere, evitiamo le buche e ridiamo, come bambini in cerca di avventure.