venerdì 14 agosto 2015

Perchè ti ostini a scrivere, quando nessuno legge più

Perchè ti ostini a scrivere, amica. Nessuno legge più di 20 righe ormai, la frase si è frantumata, il romanzo è morto.
Perchè ti ostini a perdere ore, giorni, momenti preziosi della tua misera vita, per creare universi paralleli, personaggi dall'incerto sorriso, avventure fatte solo di parole?
A nessuno importa.


Forse è così, ma scrivere è per me conservare il pensiero. In un mondo caotico, fatto di immagini in successione sempre più vorticose, io scrivo per ritrovare la memoria. La memoria del tempo, la memoria dei miei ricordi remoti, la memoria di chi ho amato e ora non c'è più.


Scrivo per non perdermi, in questa realtà fatta di storie vissute e subito buttate, scrivo per ritrovare la quiete in tutto questo rumore.
Scrivo per non dimenticare, per fermare sulla carta ciò che temo di perdere, ciò che sono e che ero.
E per raccontare una leggenda, una favola.
Triste, incompleta, beffarda.
Parla di me e di tutti i miei amori perduti.
Tu sai che è così. Gli uomini hanno bisogno d'incanti e di sogni; alcuni dipingono, altri fotografano, altri ancora recitano. Io scrivo. Non è il mio lavoro, non lo faccio per denaro, lo faccio perché da sempre invento storie, fa parte di me.
Allora siediti qui, e ascolta, ancora una volta, questa fiaba, cieca e muta. Le immagini verranno da te e anche le voci, nessuno te le suggerirà.
Fa parte del prodigio.

Volta la pagina.

Ecco,

tutto ha inizio.