domenica 17 dicembre 2017

Uniti e spezzati

È Natale, ancora. Senza di te che sei il mio passato, le diapositive della mia infanzia, il perdono ricevuto, il perdono offerto.
Tu, che sei stato così sbagliato. Tu, che hai deciso di distruggerti. Tu, che ci dicesti: partirò per un lungo viaggio, ma vi vorrò per sempre bene.
Tu che sei morto e poi risorto. In quel letto bianco d'ospedale, non ci riconoscevi. Dovevi ricominciare tutto da capo.
Tu, che hai lottato e hai vinto tutte le battaglie. Io ti odiavo, poi ti ho amato.
Tu, ribelle sempre, fino in fondo, fino alla fine.
Tu, che ci hai raccontato storie di donne combattive e superiori all'uomo, tu, ironico, beffardo.
Tu, che mi hai insegnato il piacere del camminare, del correre perchè non potevi farlo più.
Eppure non stavi fermo, volavi nei tuoi libri. La tua stanza era piena di nuvole, aerei di carta, porte aperte sull'infinito.
 È Natale un'altra volta per noi e per te. È Natale e dobbiamo imparare a convivere con le assenze. Ci stringiamo le mani, uniti e spezzati.
Buon Natale a te, a lei, a voi, a noi.
(Se vedi delle crepe sul mio viso non sono semplici rughe, sono solo le tracce dei ricordi).












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